Nel 2020 la rete dell’e-commerce e del digital retail in Italia ha generato ricavi per circa 58,6 miliardi di €, collocandosi al terzo posto tra le attività economiche per incidenza sul fatturato nel settore privato.
Questo è quanto viene messo in luce dal report “l ruolo e il contributo dell’e-commerce e del digital retail alla crescita e alla trasformazione digitale”, presentato da Netcomm in collaborazione con The European House – Ambrosetti.
Lo scorso anno, la rete ha inciso sulla crescita dell’occupazione nelle imprese italiane con un contributo del 6,7%, raggiungendo, anche in questo caso, il terzo posto tra i settori economici per variazione dell’incidenza sull’occupazione nel nostro Paese.
Il settore legato agli acquisti online ha generato un incremento di ricavi per 3,5 miliardi di € (+ 6,3% rispetto al 2019).
Quasi il 70% degli operatori del segmento (ossia i merchant che offrono prodotti/servizi e i distributori di prodotti di marca che hanno attivato strategie e canali di vendita diretta online) ed il 60% delle aziende che forniscono servizi alla filiera, prevedono di aumentare la propria forza lavoro per il canale e-commerce nel 2021, andando ad incrementare un’occupazione di settore che già lo scorso anno contava oltre 290.000 operatori.
Inoltre, per la prima volta in Italia, la ricerca ha ricostruito il perimetro del settore partendo dai valori di bilancio 2015-2019, evidenziando i dati relativi all’occupazione e alla distribuzione del fatturato a livello regionale.
Il risultato è che, tra tutti gli occupati nella rete dell’e-commerce e del digital retail, 154.000 lavoratori sono impiegati nel macro-settore delle vendite online (con una crescita annua del 12% tra il 2015 e il 2019) e 136.000 nell’aggregato dei servizi a supporto (con un tasso di crescita media del 14,2%).
Il commercio elettronico è stato uno dei mercati che ha incrementato di più il proprio peso sul fatturato complessivo delle imprese italiane, con una crescita del 19,2%.
Gli sviluppi più decisivi sono stati quelli del settore della fabbricazione dei prodotti chimici (+32,8%), del commercio al dettaglio (+18,1%), della fabbricazione di materiali e apparecchiature NCA (+17,8%) e della ristorazione (+9,2%).
Le imprese della rete e-commerce rappresentano il 34% del totale delle aziende in Italia (1,9 milioni); di queste, il 21% è situato in Lombardia, il 16,8% nel Lazio, il 9,6% in Campania, il 7,7% in Emilia-Romagna, il 7,6% in Veneto, il 7% in Toscana, il 5,4% in Sicilia, il 5% in Puglia e il 4,6% in Piemonte.
Più del 46% del fatturato totale delle attività del digital retail è concentrato nel Nord-Ovest del Paese, con in testa la Lombardia (33,2 miliardi di €), seguita dal Lazio (5,3) il Veneto (4,3), l’Emilia-Romagna (3,8), la Campania (3,7), il Piemonte (3,3), la Toscana (2,2), la Sicilia (1,4) e la Puglia (1,3).
Quasi la metà del fatturato della rete è stato generato da imprese di grandi dimensioni (43,9%), seguito dalle piccole imprese (22,2%), dalle media imprese (18,8%) e dalle microimprese (15,1)%.
Queste ultime tre categorie hanno risentito, nell’ultimo anno, soprattutto della forte riduzione del turismo (- 58% rispetto al 2019), che ha generato una perdita di ricavi da shopping tourism pari a 5,7 miliardi di €.
Nonostante quest’ultimo dato, i numeri registrati dal comparto sono più che buoni ma, secondo i Merchant e i Brand Owner, per incrementarli occorre promuovere un profondo cambiamento culturale.
In particolare, si deve agire sulla digitalizzazione delle imprese, in modo da aumentare il livello di alfabetizzazione digitale che, in Italia, risulta ancora basso molto basso, con circa 11 milioni di persone low-skilled, concentrate nelle fasce d’età più avanzate.
Attivare un programma per l’apprendimento permanente e per l’upskilling/reskilling finalizzato a migliorare le conoscenze, le capacità e le competenze dei lavoratori sul digitale, è la soluzione più funzionale.
Attraverso piani formativi aziendali, focalizzati sulle opportunità delle nuove tecnologie digitali, e programmi di affiancamento di giovani studenti a lavoratori con seniority elevata, si favorirebbe non solo l’apprendimento di quest’ultimi, ma anche l’introduzione dei primi nel mondo del lavoro, portando un grosso beneficio alle aziende, che così potrebbero formare il proprio personale in maniera più efficace.
Dunque, in un mondo in continua trasformazione, l’emergenza sanitaria ha stimolato l’accelerazione dell’evoluzione del retail italiano per quanto riguarda processi, modalità di vendita e comunicazione.
Gli store fisici, con offerte multicanale, hanno guidato una buona parte la crescita delle vendite online da inizio 2020 e, una volta conclusa la pandemia, ci si aspetta che il legame tra store online e fisici si rafforzi ulteriormente.