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Oggi il 66% degli utenti inizia la ricerca di un prodotto da acquistare online direttamente su Amazon; un dato che è aumentato del 35% in sei anni (nel 2015 erano il 31% degli utenti).
Potrebbe bastare questa prima statistica fornita da Salesforce a definire l’importanza che i marketplace hanno assunto come una delle modalità di acquisto preferite dai consumatori sul web.
Infatti, il 67% degli utenti italiani che acquista online lo fa attraverso i marketplace; un numero che durante il periodo più acuto della pandemia (Marzo-Maggio 2020) è aumentato in media fino al 73%, con picchi sopra il 90% tra la metà di Febbraio e l’inizio di Marzo dello scorso anno.
Di conseguenza, per le PMI italiane diventa fondamentale essere presenti e cominciare ad investire con forza su queste piattaforme.
Una necessità che è stata recepita con chiarezza negli ultimi 12-18 mesi, con molte attività nostrane che hanno optato per vendere sui marketplace, passando dal 15,6% dello stesso periodo pre-emergenza al 27,8%, con il +38% di vendite finalizzate tramite questi canali nello stesso lasso di tempo.
Una scelta decisamente azzeccata, che ha permesso al 68% delle aziende “matricole” sui marketplace di dichiarare un incremento di fatturato del +56% al termine del 2020.
Più in generale, senza contare gli exploit legati alla pandemia da Coronavirus, l’immagine che ne viene fuori è che il 45% delle aziende italiane dichiara di vendere sui marketplace, mentre il restante 56% non utilizza questi canali.
Il 55% è presente su 2-5 piattaforme marketplace contemporaneamente, mentre il 30% si limita ad un unico canale.
Per il 32% delle aziende che vendono utilizzando i marketplace, questi incidono per meno del 10% sul fatturato mentre per il 19% delle aziende incide dall’11% al 25% del fatturato.
A seguire, il 17% delle aziende dichiara che i marketplace hanno un’incidenza tra il 26% ed il 50% sui guadagni, mentre per un altro 17% il peso varia tra il 51% ed il 75%.
Per il 15% delle imprese, invece, i marketplace hanno un’incidenza sul proprio fatturato maggiore del 75%.
Tra i settori più rappresentati sui marketplace, al primo posto c’è l’elettronica di consumo (44%, con una crescita del 12% rispetto al 2020), seguono il fashion retail (32% con un’impennata del + 14%) e l’editoria (11%).
Ma con quali obiettivi le aziende italiane vendono sui marketplace?
Il 34% lo fa per acquisire nuovi clienti, il 27% per fidelizzare gli attuali, il 19% per aumentare la visibilità e la riconoscibilità del proprio brand online mentre il 16% per guadagnare quote di mercato rispetto alla concorrenza.
Analizzando poi nello specifico quali sono i marketplace più utilizzati dalle PMI italiane, vediamo che Amazon resta la piattaforma preferita dalle realtà imprenditoriali che vogliono affacciarsi al digitale, far conoscere in larga scala i propri prodotti ed aumentare le vendite tramite il canale online (38%).
Di fatto, tra giugno 2019 e giugno 2020, Amazon ha venduto 60 milioni di prodotti da rivenditori italiani (rispetto ai 45 milioni del periodo precedente).
Le 14.000 aziende registrate sul portale hanno venduto circa 100 articoli al minuto per un totale di 75.000 € di transazioni, che hanno contribuito ad una crescita del fatturato generale del 59% rispetto all’anno precedente.
A seguire, tra i marketplace più utilizzati dalle PMI italiane troviamo eBay (21%), dove il settore dell’abbigliamento si pone al terzo posto con il 16,1% di vendite, Facebook Marketplace (13%), ePRICE (3%), Alibaba (2%) e Zalando (2%).
Cresce all’1,5% la quota di altre piattaforme come ManoMano, IBS, Privalia, Japal ed Everli che insieme hanno registrato un incremento a tripla cifra (+208%) degli acquisti online rispetto al 2020.
A chiudere la classifica, con l’1% ci sono i cosiddetti “Local Marketplace”.
Con la Pandemia, i consumatori italiani, come quelli del resto del mondo, hanno riscoperto lo shopping di quartiere ma in digitale o, spesso, in modalità ibrida.
Sono nate dunque numerose piattaforme marketplace focalizzate sull’area geografica, secondo le logiche di prossimità e per rendere un servizio di e-commerce a negozi e botteghe locali che non sono presenti sul web.
Tuttavia, il Local Marketplace non si pone come un fenomeno temporaneo, bensì aspira a diventare un’alternativa ai grandi colossi, con lo scopo di portare il commercio al dettaglio online e utilizzare la vendita web anche per piccoli imprenditori ed artigiani che ad oggi non hanno ancora gli strumenti per emergere da soli.